Campagna olearia 2021: come sarà e quanto costerà l’olio di quest’anno?

     

    In questo periodo si iniziano a valutare la campagna olearia e l’olio nuovo 2021, un bilancio sempre fondamentale per l’economia agricola italiana. Come abbiamo visto occupandoci tempo fa della crisi dell’olio d’oliva, continuano a pesare i problemi ormai strutturali dovuti ai cambiamenti climatici e alla diffusione dei parassiti, ma, nonostante tutto, il settore resta assai rilevante, dinamico e aperto alle innovazioni. Ma com’è andata la produzione di quest’anno e quali novità possiamo attenderci? Per saperne di più, dopo averlo interpellato per riconoscere un olio di qualità, abbiamo coinvolto nuovamente Claudio Vignoli, consulente internazionale nel settore oleario.

    Olio nuovo 2021: alcune anticipazioni dalle aree di produzione italiane

    Presentando alcune informazioni significative sulla campagna olearia 2021, Claudio Vignoli ci aiuta a introdurre la situazione attuale di questo mercato. Guardando le singole aree di produzione, da considerare sono innanzitutto gli aspetti legati alla crisi climatica, perché “il primo dato evidente è che a fare la differenza sulle performance di resa è soprattutto la disponibilità di risorse idriche, pensando alle recenti piogge e alla presenza di impianti di irrigazione. La siccità dei mesi passati, infatti, ha penalizzato lo sviluppo delle olive, e quindi la produttività negli oliveti condotti in asciutto. Le gelate primaverili, inoltre, hanno colpito pesantemente soprattutto le coltivazioni del Nord Italia (Lombardia) e del Centro (Umbria, Lazio,Toscana e Marche), impattando proprio al momento della fioritura. In queste aree è atteso un calo molto consistente, stimabile con percentuali variabili tra il 40 e il 60% sull’olio nuovo 2021”.

    A sostenere la produzione italiana, prosegue il mastro oleario, “ancora una volta sarà il Meridione, con la Puglia in testa, seguita da Calabria, Sicilia – dove addirittura si prevede un raccolto record, dopo tre stagioni difficili – Basilicata, Abruzzo e Molise. In controtendenza, invece, saranno Sardegna e Campania. Tuttavia, le piogge e l’allerta meteo di fine ottobre stanno mettendo seriamente a rischio la raccolta anche in queste regioni, dove il maltempo sta impedendo l’accesso ai campi, e quindi sta limitando le operazioni di raccolta”.

    uliveti campagna olearia

    Roberto Mancini/shutterstock.com

    Clima, eventi avversi e parassiti: qual è l’impatto?

    Nel tracciare delle stime sull’olio nuovo 2021, sono diverse le variabili in grado di ostacolare sensibilmente la produzione. L’estate siccitosa e calda, aggiunge Claudio Vignoli, “ha determinato un forte svantaggio in quegli oliveti privi di adeguate risorse idriche. Al tempo stesso però, il clima asciutto ha contenuto molto lo sviluppo di parassitosi, come la mosca olearia, e quindi fa presagire un’ottima qualità. In generale, l’andamento climatico avverso – con gelate tardive e lunghi mesi con temperature estreme e precipitazioni pressoché nulle – purtroppo è oggi una delle principali cause del calo produttivo e condiziona le quotazioni sui mercati all’ingrosso”.

    Ogni anno, prosegue il mastro oleario, “il produttore si trova di fronte a una grande incognita, con la quale deve abituarsi a convivere, ma che non va subita. Per questo, per i coltivatori è fondamentale attrezzarsi strutturalmente per poter contrastare le avversità climatiche: da un lato dotandosi di moderni impianti di irrigazione e dall’altro sfruttando le risorse tecnologiche offerte dall’agricoltura 4.0, che permettono di fare previsioni sugli attacchi parassitari e sull’andamento climatico, prendendo le opportune contromisure, anche con gli strumenti avanzati dell’olivicoltura di precisione”.

    Campagna olearia 2021: cosa aspettarci da produzione e costi?

    A monte della determinazione dei costi dell’olio nuovo 2021, chiaramente, occorre considerare i volumi prodotti nei diversi territori dell’areale mediterraneo. A questo proposito, secondo Vignoli “è molto probabile che nei primi mesi di raccolta il prezzo tenda a salire, anche in virtù di una revisione delle stime al ribasso della produzione in Spagna e in Tunisia. Tuttavia, a partire da gennaio-febbraio, il trend potrebbe stabilizzarsi intorno a valori simili a quelli della campagna passata. Molto dipenderà dalle piogge delle prossime settimane nella penisola iberica, e quindi dalla veridicità delle previsioni sulle quantità. La Spagna prevede una produzione tra 1,3 e 1,4 milioni di tonnellate, mentre la Tunisia ha prima annunciato di superare le 300.000 tonnellate, per poi ridimensionarsi intorno alle 200.000”.

    campagna olearia 2021

    Georgios Tsichlis/shutterstock.com

    I prezzi dell’olio nella GDO e l’andamento dei consumi

    Nel complesso, le vendite nella grande distribuzione la fanno da padrone, e in questo segmento di mercato, per via dei volumi, le variazioni vengono maggiormente percepite. In merito a questo, Vignoli afferma che “nell’ultimo anno i prezzi della materia prima sono schizzati verso l’alto, con aumenti fino al 50%, mettendo in difficoltà soprattutto alcuni gruppi importanti che avevano scommesso sulla stabilità dei prezzi, e di conseguenza avevano firmato contratti con la Gdo su base annuale, senza avere poi la possibilità di far crescere i prezzi. Per questo, già da aprile 2021, sugli scaffali della Gdo abbiamo trovato da un lato marchi che hanno mantenuto un prezzo stabile, avendo firmato contratti su base annuale, e dall’altro prodotti che, non essendo invece vincolati a contratti annuali, hanno riadattato il listino all’andamento della materia prima. Per la nuova stagione, dunque, sarà inevitabile un iniziale adeguamento dei prezzi verso l’alto, soprattutto da parte di quelle aziende che lo scorso anno erano rimaste penalizzate, dopodiché il prezzo a scaffale tenderà poi a stabilizzarsi”.

    Sul fronte dei consumi, aggiunge il mastro oleario, “è statisticamente comprovato che quando l’olio Evo supera certi valori si assiste a un’inversione di tendenza al ribasso nei consumi, specialmente nella Gdo. È possibile invertire la tendenza? Sono convinto che un aumento dei consumi debba passare necessariamente per canali alternativi alla Gdo, bisogna stimolare il consumo di olio Evo di qualità e portare i consumatori ad acquistare su altri canali, per esempio l’e-commerce, i negozi di vicinato e perfino la ristorazione, che potrebbe rappresentare un nuovo canale commerciale. In tal senso, mancano ancora una corretta promozione e comunicazione. Sono casi decisamente unici quelli di degustazioni di olio all’interno della Gdo, in cui vengono spiegate le caratteristiche degli oli Evo e la comunicazione viene fatta quasi esclusivamente sui media di settore, cioè quelli letti solo dagli addetti ai lavori”.

    Campagna olearia 2021 ed evoluzione del mercato

    Al netto delle considerazioni precedenti, secondo Vignoli “in Italia la campagna olearia 2021/22 si preannuncia in lieve ripresa rispetto alle performance produttive realizzate lo scorso anno, con un range produttivo che oscilla tra le 290.000 e le 310.000 tonnellate, ovvero circa il 10-15% in più della scorsa annata, secondo Coldiretti e Unaprol.

    Una produzione prevista solo di poco superiore allo scorso anno e giacenze decisamente più basse possono causare minori disponibilità e una maggior dinamica di mercato, che già dall’inizio dell’autunno sembra muovere i listini internazionali verso l’alto, grazie anche a una domanda degli imbottigliatori sempre piuttosto attiva. A livello mondiale, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) stima una produzione complessiva di poco più di 3 miliardi di chili, in leggero calo nel confronto con la campagna precedente”.

    produzione olio

    Sabino Parente/shutterstock.com

    Olio nuovo 2021 e nuove tendenze: cosa sta emergendo?

    Pur dovendo affrontare notevoli avversità, il settore oleario mantiene attrattività e dinamismo, mentre si fanno notare nuovi trend. Claudio Vignoli sottolinea il generale e ormai consolidato interesse del consumatore per i prodotti alimentari di qualità, con una rinnovata attenzione per la filiera alimentare anche in ottica “benessere”, grazie al valore nutraceutico del prodotto, e in questo quadro spicca appunto l’olio extravergine. “Naturalmente, non va dimenticato che l’aumento dei consumi domestici di olio Evo registrato nell’ultimo anno e mezzo si deve anche alle restrizioni pandemiche, che hanno portato a consumare i pasti quasi esclusivamente a casa”.

    Nel mondo dell’Evo, “anche l’attenzione per il packaging è cresciuta sensibilmente. Estetica e design fino ad oggi erano una prerogativa del vino, che non di rado viene scelto in base all’apprezzamento dell’etichetta, ma oggi anche il confezionamento dell’olio – e dell’aceto – sta diventando un driver di acquisto non indifferente. Estetica, sicurezza ed ergonomia sono caratteristiche sempre più apprezzate e ricercate in una bottiglia di olio. Scegliere una confezione che soddisfi queste caratteristiche, quindi, può fare la differenza anche nelle vendite”.

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