Contaminazioni nei vegetali: la campagna europea Safe2Eat per la sicurezza alimentare

lente di ingrandimento sulle contaminazioni sui vegetali

I cibi di origine vegetale possono trasmettere focolai potenzialmente molto pericolosi, un tema seguito con attenzione dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), che quest’anno ha dedicato la campagna Safe2Eat proprio a questa minaccia. Anche se in genere siamo portati a pensare che siano gli alimenti di origine animale i più a rischio rispetto alle contaminazioni e alla conservazione, non dobbiamo trascurare frutta e verdura

Ma quali sono i pericoli e cosa indica la campagna? Dopo aver approfondito le casistiche delle aflatossine nei cereali, conosciamo meglio l’argomento con tanti consigli utili.

Safe2Eat 2025: dall’EFSA la campagna per contrastare le contaminazioni nei vegetali

ortaggi
KYTan/shutterstock

Alcune malattie a trasmissione alimentare sono veicolate da alimenti di origine vegetale, conosciuti nel linguaggio tecnico come ANOA. Su questo potenziale pericolo si concentra la quinta edizione della campagna di comunicazione Safe2Eat, promossa dall’EFSA e sostenuta dal Ministero della Salute. L’obiettivo è aumentare la fiducia dei consumatori nella sicurezza alimentare nell’ambito dell’Unione Europea, informando e sensibilizzando i cittadini. Tutto ciò è fondamentale per favorire la capacità di prendere decisioni informate rispetto alle scelte di ogni giorno, rinforzando la consapevolezza sulle fasi di preparazione e conservazione dei cibi. In ultima analisi, si evidenzia il ruolo fondamentale della scienza e delle direttive formulate dagli esperti dell’EFSA, grazie alle quali il cibo sulle nostre tavole è controllato e sicuro.

La campagna quest’anno coinvolge 23 nazioni, UE e non solo, essendo interessati anche Paesi come Norvegia e Turchia, con un incremento rispetto al 2024, quando già erano stati raggiunti più di 50 milioni di cittadini. L’iniziativa vuole fornire ai consumatori informazioni chiare e basate sulla scienza della sicurezza alimentare, anche per superare le false credenze e le fake news.

Cibi e tossine sotto la lente d’ingrandimento

Nell’ambito dei cibi di origine non animale, quelli che determinano i rischi maggiori nello spazio dell’Unione Europea sono verdure a foglia verde, ortaggi a bulbo e a stelo, pomodori, meloni, baccelli, legumi o cereali freschi, semi germogliati e frutti di bosco. Si tratta di prodotti che si possono mangiare in molti modi, da crudi ad altamente trasformati. In caso di particolari contaminazioni, però, il loro consumo può causare malattie gravi, anche letali. 

Purtroppo dal recente passato emergono diversi episodi di questo tipo, che confermano un rischio microbiologico non trascurabile. Nel 2011 si verificò un focolaio epidemico di infezione da Escherichia coli produttore di shigatossina, veicolato da insalata di germogli contaminata. Del 2018 è il caso dei minestroni surgelati consumati senza la cottura indicata, ai quali sono stati attribuiti alcuni casi di listeriosi. Si sono manifestati, inoltre, episodi di salmonellosi (Salmonella Umbilo) dovuti al consumo di insalate di prima gamma (rucola e spinaci in foglie), come evidenzia una pubblicazione del 2024 su Eurosurveillance, e sospetti sui pomodorini a grappolo (pachino, ciliegino, datterino, ecc.) per la Salmonella stratchona.

Salmonella e botulino

provetta per il test della salmonella
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La Salmonella è da sempre tra i contaminanti più attenzionati: in particolare, negli ultimi anni sono stati individuati tre importanti focolai di salmonellosi, associati a cibi di origine non animale, che hanno interessato numerosi Stati europei. Come hanno documentato EFSA ed ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), tra il 2021 e il 2024 sono stati notificati 232 casi umani di salmonellosi da Salmonella strathcona, che hanno riguardato complessivamente 16 Paesi dell’area europea. Dalle indagini condotte, i pomodorini sono stati identificati come la principale fonte di infezione.

Altri 200 casi da Salmonella Umbilo sono stati registrati in 3 Paesi europei, riconducendo il focolaio a rucola e spinacino di prima gamma, prodotti da un’azienda italiana. Tra i mesi di gennaio 2023 e 2025 sono emersi oltre 500 episodi di salmonellosi che hanno coinvolto 9 nazioni dell’area europea, attribuibili a 8 diversi sierotipi, alcuni dei quali molto rari e associati al consumo di semi germogliati.

Rispetto al botulismo alimentare, l’Italia riporta costantemente uno dei tassi di prevalenza più alti dell’Unione Europea, come segnala l’Istituto Superiore di Sanità, anche associata alla tradizione della preparazione di conserve in ambito domestico. Sono invece molto rari i focolai dovuti al consumo di alimenti di produzione industriale, anche se destano maggiore preoccupazione sia per la popolazione sia per le autorità di controllo, perché – com’è facile comprendere – possono colpire un numero ben più alto di persone. 

In generale, anche se i cibi di origine animale continuano a essere la principale fonte di minacce, il numero di focolai associati agli alimenti di origine vegetale resta significativo, con casi di malattia, ricoveri ospedalieri e decessi.

I rischi nascosti dovuti a botulino ed Escherichia coli nei vegetali

Ma cosa si rischia in concreto con queste contaminazioni? Se l’interesse per un’alimentazione più naturale, ricca di frutta, verdura e conserve fatte in casa, è cresciuto, proprio questi alimenti, spesso considerati innocui, possono nascondere insidie microbiologiche da valutare con prudenza. Tra i più temibili il Clostridium botulinum e l’Escherichia coli, due microrganismi che, in condizioni favorevoli, possono trasformare una pietanza genuina in una minaccia per la salute.

Il botulino è un veleno potentissimo

Il botulino è l’insidia silenziosa e letale delle conserve mal preparate. Il Clostridium botulinum, batterio anaerobico e sporigeno, può svilupparsi in ambienti poveri di ossigeno, come quelli tipici delle conserve sottolio, sottaceto o fermentate. Quando attecchisce, produce una neurotossina che, anche in quantità infinitesimali, può causare una paralisi muscolare progressiva fino al blocco respiratorio.
Nel caso degli alimenti vegetali, il rischio maggiore si presenta con le conserve fatte in casa: peperoni, melanzane sottolio, funghi, legumi cotti e messi in barattolo senza un’adeguata sterilizzazione. A differenza di altri patogeni, la tossina botulinica non altera l’odore, il sapore o l’aspetto del cibo, rendendo difficile accorgersi del pericolo.

L’Escherichia coli e la contaminazione tramite l’acqua

provetta
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L’Escherichia coli, invece, è un batterio largamente diffuso nell’ambiente, soprattutto nelle feci degli animali. La maggior parte dei ceppi è innocua, ma alcuni possono causare gravi intossicazioni alimentari, con sintomi che vanno dalla diarrea emorragica alla sindrome emolitico-uremica, una condizione potenzialmente letale, soprattutto nei bambini e negli anziani.
I cibi vegetali possono entrarvi in contatto principalmente per via dell’irrigazione con acqua contaminata, fertilizzanti organici non correttamente trattati o scarse condizioni igieniche durante la raccolta e la lavorazione. Verdure a foglia larga, come la lattuga e gli spinaci, ma anche germogli crudi e frutti che crescono vicino al terreno sono tra i più esposti.

È evidente, quindi, che nel nostro rapporto con il cibo, soprattutto quello di origine vegetale, serve un nuovo equilibrio tra naturalezza e consapevolezza. L’autoproduzione e l’alimentazione sana non devono essere abbandonate, ma affrontate con attenzione e conoscenza.

Come prevenire i rischi

donna che lava i peperoni
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Scongiurare i rischi appena descritti non è complicato, ma bisogna prestare molta attenzione all’igiene e alle procedure che qui riportiamo:

  • gli alimenti vanno sempre lavati in acqua, per immersione;
  • cibi alimenti crudi e cotti devono stare separati, per prevenire contaminazioni crociate;
  • occorre utilizzare coltelli, utensili vari e taglieri ben puliti per i diversi tipi di alimenti;
  • ricordarsi di lavare accuratamente le mani prima e dopo la manipolazione;
  • conservare gli alimenti deperibili in frigorifero a una temperatura inferiore a 4º C per frenare o bloccare la crescita batterica.

Novità e obiettivi della campagna 2025

Partendo dai risultati ottenuti lo scorso anno, la campagna Safe2Eat per il 2025, oltre ad ampliare la sua presenza a 23 Paesi, vuole affrontare le preoccupazioni principali dei consumatori riguardo alla sicurezza alimentare. Per superarle, è chiaro che la scienza ha un ruolo imprescindibile nel garantire alimenti sicuri, e a questo si aggiungono l’importanza dell’etichettatura alimentare, che deve essere chiara, e l’impegno per ridurre gli sprechi alimentari. La campagna, inoltre, mira a migliorare l’accessibilità delle informazioni sulla sicurezza alimentare, attraverso risorse nuove e di facile comprensione, profilate sulle fasce di età tra i 18 e i 55 anni e i diversi contesti culturali.

L’impegno dell’EFSA per un successo a lungo termine

laboratorio di analisi
shisu_ka/shutterstock

Secondo Bernhard Url, Direttore esecutivo dell’EFSA, “Poiché i consumatori europei devono muoversi all’interno di un panorama alimentare complesso, risulta fondamentale metterli nella condizione di fare scelte informate. La campagna Safe2Eat getta un ponte tra la scienza della sicurezza alimentare e le decisioni quotidiane, offrendo informazioni chiare e pratiche che contribuiscono a consolidare la fiducia dei consumatori. Con l’allargamento volto a comprendere ancora più Paesi nel 2025, compiamo un ulteriore passo in avanti per garantire che ogni singola persona possa accedere a orientamenti attendibili e supportati scientificamente sulla sicurezza alimentare”.
La campagna durerà fino a metà novembre, utilizzando un linguaggio semplice, intuitivo e accattivante. Le attività previste per la promozione includono ufficio stampa, media partnership, influencer marketing e programmatic advertising.

Nel 2024 Safe2Eat ha conseguito risultati incoraggianti. In base a un’indagine Ipsos condotta a dicembre, è stato raggiunto oltre il 45% del pubblico di riferimento in Europa, rispetto al 19% del 2023. Grazie a una combinazione di promozione su social media, collaborazioni con influencer e iniziative mediatiche mirate, Safe2Eat ha visto il coinvolgimento attivo di oltre 50 milioni di europei, rafforzando l’importanza della sicurezza alimentare nelle decisioni quotidiane. Nel concreto, l’indagine ha rivelato che chi ha seguito la campagna era più incline a considerare la sicurezza durante l’acquisto di prodotti alimentari. Inoltre, si è assistito a una significativa riduzione nel considerare le informazioni sulla sicurezza alimentare eccessivamente tecniche o difficili da comprendere. Le persone intervistate hanno infatti affermato di essere più informate su come prevenire i rischi alimentari.

 

Immagine in evidenza di: New Africa/shutterstock

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