Silver economy: come cambiano bisogni, consumi e necessità di una popolazione che invecchia
Corretta alimentazione e stile di vita sano sono fattori chiave per la salute, soprattutto con il progredire dell’età. I dati Istat, infatti, confermano che l’età media della popolazione in Italia sta continuando a crescere: il 1° gennaio 2022 era di 46,2 anni, mentre la speranza di vita alla nascita di circa 82 anni. Viviamo più a lungo, ma non sempre in buona salute: la maggior parte delle persone sopra i 65 anni infatti convive con almeno una patologia cronica.
Si tratta di dati demografici cruciali per interpretare il presente, compresa l’evoluzione di bisogni e necessità di una fascia di popolazione molto ampia che sta cambiando. Non è un caso che si inizi a parlare di “Silver economy” come quell’insieme di beni e servizi rivolti a persone sopra i 50 anni. Ma per capire meglio in cosa consiste e come si stanno trasformando, in particolare, le esigenze alimentari e di stile di vita di questa categoria di persone, abbiamo intervistato la dottoressa Michaela Camilleri, del Centro di ricerca ltinerari Previdenziali e tra i curatori di un recente Quaderno di approfondimento intitolato Silver Economy, una nuova grande economia.
Silver economy e trend di consumo: come si comportano gli over 50 in Italia?
Quello della Silver economy è uno dei temi emergenti nel dibattito pubblico degli ultimi anni. Un tentativo di sistematizzare e osservare fenomeni che già stanno succedendo nella società e che hanno bisogno di risposte e adattamenti. L’invecchiamento della popolazione in Italia non è un argomento che riguarda il futuro, ma è una questione che ha profonde ricadute nel nostro presente, soprattutto di tipo sociale, ma non soltanto. Proprio perché, con il passare dell’età cambiano priorità e bisogni, e questo ha un forte impatto economico. Beni e servizi rivolti a Millennials e GenZ, ad esempio, dovranno essere strutturalmente diversi da quelli pensati per i Silver, e conoscere le caratteristiche delle generazioni, comprese le loro aspettative, può orientare lo sviluppo e permetterci di anticipare ciò che avrà successo.
“Con il Quaderno di approfondimento” spiega la dottoressa Camilleri, “abbiamo cercato di definire il perimetro della Silver economy a partire dal quadro fornito dalla Commissione Europea con il documento The Silver Economy, ma addentrandoci nelle peculiarità di quanto avviene in Italia.” Il centro di ricerca che opera in maniera indipendente da circa 15 anni su questo tema ha condotto un’indagine demoscopica dedicata al food su un campione rappresentativo di 5.000 persone over 50 diviso, a sua volta, in tre gruppi per età: dai 50 ai 64, dai 65 ai 74 e gli over 75.
Il focus è stato dedicato alle persone over 50 perché si trovano ad affrontare una fase della vita in cui lo stile di vita è in transizione. Da un lato, possono insorgere alcune problematiche di salute, dall’altro perché, per alcune di queste fasce d’età, subentra la pensione. Abitudini di spesa, esigenze e stili di vita cambiano, ma in che direzione?
Più attenzione ai cibi sani che fanno bene per gli over 50
Il primo elemento emerso dall’indagine di Itinerari Previdenziali riguarda le abitudini di acquisto. L’attenzione verso cibi salutari e adeguati alla propria condizione psico-fisica aumenta di pari passo con l’avanzare dell’età. Si tratta di un fattore rilevante per il 49% della fascia 50-64 e sale al 55% per chi ha superato i 75 anni di età. Parallelamente c’è una parte degli intervistati che ha dichiarato di non interessarsi molto al tema: il 18,2% dei 50-64enni e il 15,3% degli ultra 75enni.
“Ci accorgiamo, dunque, che le persone mentre invecchiano dedicano più tempo e cura a ciò che mangiano, scelgono i cibi anche in base alla propria salute e, in generale, sono più consapevoli della loro alimentazione”, commenta la dottoressa Camilleri.
Un altro elemento chiave emerso dall’indagine riguarda il consumo di cibi monoporzione. Il 55,1% dei “Silver” con più di 75 anni è un consumatore abituale di prodotti confezionati e pensati per una persona sola; la percentuale resta rilevante, pari al 52%, anche nella fascia 50-64. Le ragioni sono legate sempre all’invecchiamento, ma anche al fatto che spesso le persone anziane restano sole. Da qui l’esigenza, anche pratica, di optare per pasti semplici da preparare, con un occhio di riguardo alla salute.
Cibi sani sì, ma senza consultarsi con i professionisti
L’alta attenzione dei “Silver” alla propria salute attraverso il cibo potrebbe far pensare a un rapporto in crescita con i professionisti della nutrizione. Invece, l’indagine di Itinerari Previdenziali descrive una situazione opposta: solo il 15% delle persone intervistate si rivolge a un nutrizionista, dietista e dietologo. “Le percentuali sono lievemente più alte tra gli over 75 e a Nord Ovest” commenta la ricercatrice, “ma è interessante osservare la motivazione: il 74% delle persone si è rivolto a uno specialista dopo la diagnosi di una determinata patologia o disturbo legato all’alimentazione. È dunque prevalentemente un bisogno, più che una precisa volontà.”
In teoria, dunque, i “Silver” italiani ritengono che avvalersi dei professionisti del settore possa migliorare le loro abitudini alimentari e avere un impatto positivo sulla salute, ma in pratica si rivolgono loro solo in caso di necessità.
In conclusione, la dottoressa Camilleri sottolinea come, alla luce delle tendenze demografiche, sia importante mettere a fuoco quali sono i trend di consumo e i bisogni delle persone over 50 in Italia. “Sono persone sempre più attente alla salute, che cercano cibi di qualità e porzionati e preferiscono gestire la dieta in autonomia, riconoscendo però l’importanza del ruolo dei professionisti del settore e di un certo grado di conoscenza e consapevolezza sull’alimentazione.”
I “Silver”, dunque, sono pronti ad affrontare questa nuova fase della vita destinando attenzioni e tempo a una sana alimentazione e a un corretto stile di vita, consci che sono fattori chiave per un invecchiamento sereno. Un obiettivo individuale ma anche collettivo come evidenziato all’interno dell’Agenda ONU 2030 che, tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, stimola i Paesi al consolidamento di una società più equa e inclusiva che, quindi, non trascuri l’invecchiamento attivo e in buona salute di una porzione sempre in crescita di persone, almeno nei Paesi occidentali. Per queste ragioni, è fondamentale dedicare loro un’offerta di bene e servizi ad hoc, che tenga conto delle loro esigenze e possibilità.
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